Dov’è finita l’anima dell’artista?

Dov’è finita l’anima dell’artista?

Dov’è finita l’anima dell’artista? 1920 1280 Irene Di Lelio

Mi succede raramente d’incontrare opere d’arte o artisti che abbiano una purezza d’intento e un cuore aperto.
Come mai?
L’idea che mi sono fatta è che sembra esserci una gabbia che ci circonda, di cui non siamo consapevoli. La Gabbia è una vera e propria entità – una “forma pensiero comune”, come spiega Giorgio Nelli, pranoterapeuta e ricercatore spirituale, nel suo libro “L’Energia secondo me” – . Essa si nutre di paura e schiaccia la nostra spinta all’espansione, alla ricerca di un bene superiore rivolto indistintamente a tutti gli esseri umani.
Il ruolo dell’arte, così come quello dell’artista, sono stati profanati a favore di un materialismo che oscura le nostre coscienze. Questo non ci permette di far vibrare le nostre anime alle altezze necessarie per trascendere tutta quella serie di sentimenti bassi che riducono il linguaggio potente e sacro dell’arte alla semplice glorificazione dell’ego.
Come mai accade ciò?
Fausto Carotenuto – esperto di politica e strategie mondiali, studioso, scrittore e comunicatore di tematiche spirituali – nel suo video “Perché l’anima si ammala”, spiega come i sintomi di depressione, ansia, mancanza di voglia di vivere, siano causati da questo eccesso di materialismo che spazza via la possibilità per l’anima di esprimersi e sentirsi a casa.
La pandemia mondiale appena vissuta e che ancora ci circonda, poteva essere una possibilità per ricostruire un senso nuovo di arte. Ma anche in questo caso, abbiamo mostrato l’avidità del nostro ego.
Lo abbiamo sperimentato con le programmazioni artistiche dei grandi luoghi di potere che non hanno permesso una rinascita basata su un’idea di arte volta a fare del bene. Siamo rimasti avvinghiati al precedente concetto, consumistico ed elitario.
Dunque la Gabbia boicotta, come può, il messaggio di un’arte incentrata sull’accettazione dell’altro, sull’amore, la comprensione, la spinta alla condivisione e all’integrazione.
Il linguaggio che vediamo nelle opere che vengono promosse è sterile, virtuosistico, impoverito della sua vera natura e potenza.
L’arte è il linguaggio dell’anima per eccellenza. Essa parla attraverso la creatività, strumento impalpabile ma che è parte delle leggi dell’universo. E più ci allontaniamo da questa verità e più saremo noi stessi gli autori del senso profondo di separazione che viviamo tutti i giorni.
Se è vero che siamo gli artefici della nostra realtà, allora siamo noi a manifestare gli orrori che ci circondano, attraverso le scelte che facciamo quotidianamente – “Più manifesti la tua energia, più diventi l’espressione della stessa” G. Nelli -.
Proviamo, dunque, a pensarla così: ogni mattina ci è data la possibilità di imbatterci nella strada per tornare a un senso sano, altruistico dell’arte.
Sta a noi scegliere se percorrerla per ritrovare una purezza d’intento e creare opere rivolte alla cura e al benessere degli esseri umani, o se continuare a seguire la strada della Gabbia.