Un giorno, durante una meditazione, arrivò chiara nella mia coscienza questa informazione: “Occorre raggiungere il punto 0”.
Cosa voleva dirmi il mio inconscio?
Ho ragionato insistentemente sul concetto di 0, facendo ricerche, attingendo alla numerologia ed alla simbologia.
Nel mondo degli archetipi legato ai tarocchi, il numero 0 è il Matto-il Folle, colui da cui tutto inizia e a cui tutto fa ritorno. È l’inizio e la fine del ciclo degli arcani maggiori. Si tratta di un personaggio ambiguo poiché colmo di significati differenti. Può essere letto come colui che rifugge dagli obblighi e dalle forme pensiero della società in cerca di una profonda libertà dell’Essere, così come un’anima pura all’interno della quale, in potenza, si esprimono tutte le energie dell’universo (interiore ed esteriore).
Una delle 7 leggi universali, quella della corrispondenza, recita come segue: “Come sopra – così sotto, come sotto – così sopra. Come dentro – così fuori, come fuori – così dentro. Come nel grande – così nel piccolo.”
Qualora decidessimo di credere a ciò che dice Ermete Trismegisto, potremmo ipotizzare che la realtà che viviamo sia una manifestazione di ciò che è già in atto dentro di noi, nel nostro universo interiore. Eugène Ionesco lo racconta raffinatamente ne “Il Re muore”, disegnando un universo sbriciolato, metafora del corpo del re Berenger I.
Nella numerologia il numero 0 è il punto di massima risonanza. È il numero di Dio, della Fonte da cui tutto ha inizio e a cui tutto fa ritorno. Lo 0, se precede o segue gli altri numeri, ne potenzia le vibrazioni. Potremmo definirlo un conduttore di energia, quindi.
È il numero dell’energia universale e rappresenta il potenziale energetico cosmico ancora non manifestato. È il tutto e il niente contemporaneamente.
Cosa significava, dunque, dover raggiungere il punto 0?
La risposta è arrivata dopo diverse settimane, seguendo un corso di Roy Martina. Quest’ultimo spiegava come poter entrare in un nuovo stato coscienziale, abbandonando i vecchi schemi di pensiero ed i ripetuti tentativi di auto sabotaggio che, troppo spesso, mettiamo in moto per svilirci e non permetterci di sentirci all’altezza delle situazioni della vita. Roy ha detto una frase, per me magica, che ha spalancato la porta verso una nuova consapevolezza: “Permettiamoci di rinascere, di riiniziare la nostra vita da capo. Permettiamoci di essere dei neonati e d’imparare nuovamente a camminare e poi a correre”.
Credo sia questo il punto 0, quando dentro di te non rimane in piedi un concetto della vita precedente e ricostruisci, da zero appunto, la tua visione del mondo. Guardi la realtà che ti circonda con altri occhi, allontanandoti dal concetto di polarità che rende la vita duale e ti fa inciampare continuamente nel “giusto-non giusto; bello-brutto; bene-male”.
La polarità ci ingabbia in un sistema di pensiero che tende ad ostacolare il flusso dell’Anima che è fuori dal tempo e dallo spazio e che si muove in più direzioni contemporaneamente, creando dei campi di attrazione che magnetizzano intorno a noi determinate situazioni piuttosto che altre.
Questo concetto viene spigato molto bene da Maria Rosa Fimmanò, ex insegnante di fisica quantistica, che ha sistematizzato i suoi studi sulle cinque ferite della personalità: abbandono, rifiuto, ingiustizia, tradimento e umiliazione. La Fimmanò ha comparato le ferite al metodo tradizionale cinese. Questo le ha permesso di creare degli esercizi che lavorassero simultaneamente su tutte e cinque le ferite, indipendentemente da quale sia quella originaria (con la quale nasciamo e che determina il nostro programma di incarnazione), e che lei definisce come “colei che ereditiamo da generazioni precedenti”.
La Fimmanò spiega che quando una delle cinque ferite è molto aperta e non è in equilibrio, la sua energia sbilanciata tende ad attrarre situazioni che la risvegliano e che le permettono di essere curata. Questo è ciò che spesso porta a chiederci il motivo per cui sembrano accaderci, ripetutamente, situazioni molto simili tra loro, o sembra presentarsi la stessa tipologia di persona che ci abbandona-umilia-tradisce etc… Attraverso i suoi esercizi, questo sbilanciamento può essere curato, riportando l’energia al punto zero.
Entrando in un sistema di pensiero differente da quello materialistico nel quale gli accadimenti della nostra vita sembrano essere casuali e, molto spesso, ingiusti, ci accorgiamo di come ogni cosa che ci accade quotidianamente sia un’occasione per ampliare la nostra coscienza e quindi la nostra Anima.
Raggiungere il punto 0 è un’occasione di RESET del nostro sistema di valori, pensieri e azioni, all’interno del quale ci riscopriamo individui nuovi, Anime coscienti in un percorso di ampliamento e crescita, Anime alla ricerca di un Amore dimenticato dalle nostre personalità. È l’Amore che va oltre il tempo e lo spazio, che va oltre il corpo fisico e che si manifesta come forza motrice dell’intero universo.
È quell’Amore che può fare miracoli, possibili solo nello spazio dell’Anima.
Ho capito, dunque, che è questo il punto Zero: tornare ad essere neonati ed imparare nuovamente a vivere.