Questo titolo ha catturato immediatamente la mia attenzione.
Gli studi di spiritualità interconnessa alla fisica quantistica, di esoterismo e di metafisica, mi insegnano che il caso non esiste e che l’Anima e l’universo parlano al nostro inconscio attraverso immagini, numeri, sincronicità, suoni, persone, sogni… E ho sperimentato sulla mia pelle che se un titolo richiama fortemente la nostra attenzione, si tratta di un segnale. Ieri ho scelto di cogliere questa indicazione.
L’ascension
Storia di un’impresa che potrebbe essere definita dai più scettici e razionali “impossibile”, che si rivela non solo intreccio accattivante di un film francese del 2017, ma trama di una storia di vita di un giornalista franco algerino.
L’impossibile è spesso possibile, anche se le nostre menti possono pensare il contrario.
In un’esistenza talvolta accadono veri e propri miracoli che segnano indelebilmente il passaggio di una determinata Anima sulla Terra, gratificando e facendo del bene al protagonista della vicenda e a tutti coloro che ruotano intorno a essa.
Storia complessa e emozionante, nella quale un giovane senegalese, proveniente dalla periferia di Parigi, promette alla donna che ama di scalare l’Everest per dimostrarle il suo amore. Senza alcuna esperienza di alpinismo, decide di affidarsi unicamente a un desiderio cocente che lo spinge al di là dei propri limiti e capacità oggettive.
Con il passare dei minuti leggevo la trama dal punto di vista di un’Anima che orchestra la realtà materiale nella quale il personaggio vive. Una guida profonda che determina gli appuntamenti quotidiani e “destinici” del suo vissuto. Il protagonista stesso non sa perché abbia il desiderio cocente di scalare l’Everest… E’ il suo Sé a tenere il timone ed è solo a posteriori che prenderà coscienza della grandezza di quell’azione e di come, in realtà, sapesse profondamente che quell’avvenimento era già scritto dentro di lui. Si tratta di una di quelle azioni eclatanti della vita che rappresentano il trampolino di lancio per l’ignoto.
L’Anima è un’energia molto più forte della volontà della mente. Essa crea le condizioni interiori ed esteriori affinché avvenga quell’esperienza che è già scritta nel nostro destino.
Il protagonista del film, Samy, sceglie di dimostrare così il suo amore.
Non pensa a un mazzo di rose, a una passeggiata in riva al mare o a una serenata romantica… Pensa a una scalata. Probabilmente la più impegnativa che l’uomo abbia sperimentato finora.
Credo sia molto appropriato l’utilizzo del termine “ascensione” per raccontare drammaturgicamente il senso profondo del film.
Perché?
Quando l’Anima fa esperienza sulla Terra e amplia notevolmente la sua coscienza, si dice che “ascenda”. L’obiettivo è superare grandi prove per avvicinarsi sempre di più all’Uno, alla Fonte, integrando le virtù come il coraggio, la pazienza, l’umiltà, la fratellanza, la giustizia, la gioia o l’amore incondizionato.
Ebbene, quale migliore maniera per descrivere il processo di ascensione, se non la scalata della “Deodungha” o “Montagna Sacra”?
Samy mette alla prova la sua esistenza e gli schemi di pensiero incarnati fino a quel momento, che hanno manifestato una serie di circostanze “sfocate” rispetto ai desideri profondi del suo Sé.
E per cosa lo fa?
Per amore.
Sembra impensabile e a dir poco impossibile. Eppure, può succedere.
Un giovane e semplice uomo sceglie di mettere alla prova tutto se stesso per raggiungere uno stato d’amore talmente elevato da togliere il fiato (non è casuale la difficoltà che ha nel respirare per mancanza di ossigeno, una volta raggiunta la vetta dell’Everest).
I suoi punti di riferimento cambiano a quello stato così elevato di consapevolezza. È il suo cuore a guidare l’impresa, non più i suoi polmoni. E non parliamo della volontà della mente che ci spinge a “voler raggiungere l’obiettivo”. Quella volontà è una caratteristica predominante dell’Ego. Il cuore guida l’essere umano in tutt’altro modo. Lo conduce per mano a compiere imprese impossibili, per raccontare all’umanità che tutto è possibile se si è nella vibrazione dell’amore incondizionato.
Come anticipato, si tratta di un’opera basata su una storia vera che non differisce molto dalla trama del film.
Nel 2008 il giornalista franco algerino, Nadir Dendoune, decise di lanciarsi in questa avventura fuori realtà.
L’uomo nonostante l’inesperienza, le false informazioni scritte sul CV relative alle sue precedenti scalate del Monte Bianco e del Kilimangiaro, è riuscito a raggiungere la vetta più alta del mondo, per un ideale.
Anche gli ideali sono forme d’amore. Pensiamo alle azioni di Ghandi, Mandela o Maria Teresa di Calcutta e a quante prove di coraggio ed energia d’amore ci hanno donato.
Sono grata per aver ricevuto questo segnale, che mi ha ricordato che ciò che pensiamo impossibile può trasformarsi in possibile.
L’amore vero è un’energia capace di spazzare via qualsiasi idea condizionante della realtà, consegnando nelle mani dell’uomo la capacità di fare miracoli che rimangono impressi nel cuore e nella mente dell’umanità.